Il Sindaco Presciutti sposa la richiesta lanciata da Coldiretti Umbria: “attivare le procedure per il riconoscimento dello stato di calamità naturale”.

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Nelle ultime settimane anche il territorio di Gualdo Tadino ha subito gravissimi danni a causa di due fatti concomitanti: le gelate che in molte zone hanno praticamente distrutto le produzioni viticole, frutticole ed orticole e l’incursione di branchi di cinghiali su campi seminati a legumi, che anche in questo caso hanno portato alla distruzione della coltura.

I danni sono evidenti e pertanto facilmente dimostrabili. Una attività, quella agricola, che già in condizioni normali dà scarsi ritorni economici; figuriamoci quando viene colpita da eventi straordinari quali quelli sopra indicati.

“A fronte di tutto ciò – ha sottolineato il Sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti – sposo in pieno la richiesta lanciata da Coldiretti Umbria di chiedere lo stato di calamità naturale”.

La richiesta si riferisce alla nota Ansa uscita in data 26 aprile nella quale si cita “Gelo al posto della pioggia in questa primavera anche in Umbria, con effetti devastanti su vigneti, frutteti e ortaggi, colpiti a macchia di leopardo in tutto il territorio regionale, in particolare nei fondovalle: lo denuncia la Coldiretti che, con una lettera a firma del presidente regionale, ha chiesto formalmente alla Regione di attivare le procedure per il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Procedura, questa, che – spiega Coldiretti – non prevede aiuti alle colture assicurabili, ma permette altri sgravi per le imprese, come la sospensione delle rate dei mutui e del pagamento dei contributi. “L’abbassamento delle temperature sotto lo zero si è ripetuto per più notti consecutive – spiega Agabiti – ed è giunto dopo che il clima primaverile aveva risvegliato le piante rendendole più vulnerabili”.

“L’agricoltura è soprattutto passione – ha concluso il Sindaco Presciutti – oltre che impegno gravoso, e pertanto ritengo sia un dovere operare affinchè la passione non ceda il passo al disimpegno: sarebbe un danno enorme per il nostro meraviglioso ambiente e la fine di ottime produzioni locali, peraltro molto apprezzate in tutta Italia e non solo”.

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