Una nuova grande rappresentazione teatrale torna in scena a Gualdo Tadino nella splendida location della Rocca Flea il prossimo 18 agosto (Ore 21.00). Con una conferenza stampa svoltasi presso la Sala Consiliare lunedì 8 agosto è stato presentato Re Lear di Shakespeare, che vedrà protagonista l’attore Giuseppe Pambieri ed un cast di altri nomi d’eccellenza del teatro italiano. Regia di Giancarlo Marinelli e costumi del gualdese Daniele Gelsi, presente alla conferenza insieme al Sindaco Massimiliano Presciutti, all’Assessore alla Cultura Emanuela Venturi e alla Direttrice del Polo Museale Catia Monacelli.
“Presentiamo oggi Re Lear, lo spettacolo clou dell’estate gualdese – ha sottolineato l’Ass. alla Cultura Venturi – che si svolgerà nella splendida cornice della Rocca Flea, come accaduto dodici mesi fa con l’evento del compianto maestro Albertazzi, il quale vogliamo ricordare istituendo un memorial annuale in suo onore. Re Lear è un appuntamento di grande livello, con un cast di attori d’eccezione, che è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale, dal Polo Museale e dai tanti sponsor che ci hanno supportato per renderlo possibile”.
L’evento promosso dal Comune di Gualdo Tadino e dal Polo Museale si svolgerà presso la Rocca Flea, che non è nuova ad ospitare manifestazioni di questo livello. Si ricorda, infatti, il grande successo di pubblico e spettacolo dello scorso anno, sempre in agosto, del compianto Giorgio Albertazzi che in una delle sue ultime perfomance interpretò in questo scenario le sue “Memorie di Adriano”. A tale proposito lo spettacolo Re Lear fa parte del I° “Memorial Giorgio Albertazzi”, nato per ricordare l’attore toscano.
“Per il secondo anno consecutivo – ha dichiarato il Sindaco Presciutti – abbiamo sfatato il detto che nessuno è profeta in patria. Mi riferisco al gualdese Daniele Gelsi che dopo l’aiuto datoci lo scorso anno per portare a Gualdo Giorgio Albertazzi, è colui che ha realizzato i costumi del prossimo grande spettacolo Re Lear in programma giovedì 18 agosto alla Rocca Flea. Un altro grande evento di qualità, dunque, che avremo il piacere di ospitare nella nostra città e che ha anche lo scopo di ricordare il maestro Albertazzi, a cui nel 2017 vorremmo dedicare una mini rassegna di teatro estivo. Prosegue quindi la nostra idea di puntare su eventi di qualità. La strada è tracciata, la mostra di Ligabue ne è un esempio, e su questa via è nostra intenzione proseguire anche in futuro”.
I biglietti dello spettacolo (costi dai 15 ai 20 euro) sono in prevendita presso la Chiesa di San Francesco 075 9142445 – info@roccaflea.com (orario di apertura 10-13/15-19).
Lo Spettacolo Re Lear
La storia d’amore più grande che si possa raccontare è solo una: quella tra un padre e una figlia. E “Re Lear” è questo. Per tre volte. Visto che ha tre figlie. In fondo, che cosa fa il Lear? Vuole spogliarsi di tutto: del governo, del potere, di ogni questione terrena e tenebrosa, per fare solo e definitivamente il padre.
Non vuole più essere Re. Ma solo Lear. Andare incontro alla Morte come un uomo che, tornato a casa dal lavoro e sfinito ai crucci, va incontro alla sua bambina che l’ha aspettato per tutto il giorno. Questo vorrebbe Padre Lear. Godersi quel momento feroce e dolcissimo della vita in cui la Figlia diventa la Madre di suo Padre. Capita a tutti. Prima o poi. Diventiamo i genitori dei nostri genitori. Ma la trappola del Bardo è in agguato. Goneril, Regan e Cordelia, (sì, anche Cordelia), non vogliono essere Madri. Vogliono essere Padri. E Padroni. Vogliono sostituire il Re senza soluzioni di continuità. Né di virilità. Si sposano e sotto-mettono i mariti con “i fegati da latte”, costringendoli a tradimenti, misfatti, guerre. Dal Gioco alla Tragedia.
Nessuno va più incontro alla Morte. È la Morte che va incontro a tutti. È sempre e solo un problema di ruoli. Ciò che smettiamo di essere e che vogliamo continuare ad essere (Lear desidera essere ancora e solo il Re delle figlie; le figlie non vogliono più essere bambine, ma fingono di esserlo per strappare lo scettro al padre). Ciò che non siamo mai stati e che vorremmo essere, (il Bastardo Edmund). Ciò che siamo e che non siamo mai felici d’essere, (il Legittimo Edgar). L’amore che siamo per qualcuno, (Edgar per Gloucester, Kent per Lear), e la vergogna che siamo per qualcun altro, (Edmund per Gloucester e Gloucester per Edmund).
“Tutti ad una certa ora della vita siamo l’amore per qualcun altro”, ha scritto Renato Simoni, “che per il Bardo tanto ha fatto. Ma se sbagli l’ora, anche solo di un minuto, tutto il resto è perduto. Anzi: è silenzio”